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La ruminazione contribuisce ai sintomi depressivi nei bambini sensibili

19th October 2021 - By Dott.ssa Francesca Lionetti

Sull’autore/autrice

Francesca Lionetti è psicologa dello sviluppo e ricercatrice; si occupa di genitorialità, attaccamento, sviluppo socio-emotivo e sensibilità ambientale.

Ha contribuito allo sviluppo e alla convalida delle misure di sensibilità per l’infanzia, ed è coinvolta nell’indagine longitudinale su come la sensibilità si sviluppa e interagisce con l’ambiente.

Riassunto

In uno studio che ha esplorato longitudinalmente lo sviluppo dei bambini dai 3 ai 12 anni, abbiamo individuato come la combinazione di alta sensibilità e genitorialità permissiva aumenti il rischio di sviluppo di sintomi internalizzanti nei bambini. I bambini sensibili che sperimentano livelli più elevati di genitorialità permissiva precoce hanno maggiori probabilità di sviluppare strategie di coping ruminative e di conseguenza sintomi depressivi.

Il rischio di depressione nei bambini sensibili

La depressione e l’ansia sono comuni nei giovani e sono aumentate nell’ultimo decennio [1,2,3]. Questi problemi psicologici, noti anche come sintomi internalizzantii, tendono ad emergere durante l’infanzia e sono relativamente stabili per tutta la vita [4]. Quindi, una migliore comprensione di ciò che contribuisce allo sviluppo di tali problemi è cruciale.

Data la tipica correlazione tra sensibilità ambientale e umore negativo, o nevroticismo [5], un gruppo di bambini che potrebbe essere a più alto rischio di sviluppare sintomi internalizzanti, come sentirsi tristi o tendere a isolarsi, sono i bambini altamente sensibili.

Tuttavia, le ragioni che spiegano perché, e come mai, una maggiore sensibilità aumenti il rischio di sviluppare sintomi internalizzanti, sono rimaste a lungo inesplorate.

Un fattore chiave nell’insorgenza dei sintomi internalizzanti, e in particolare della depressione [7], è la ruminazione, definita come la tendenza a riflettere ripetutamente sugli stessi pensieri negativi [6]. Quindi, la ruminazione può essere ciò che contribuisce allo sviluppo di sintomi internalizzanti negli individui altamente sensibili.

La nostra ipotesi

L’ipotesi che abbiamo indagato nel nostro studio [8] è che la tendenza dei bambini altamente sensibili a elaborare le informazioni più profondamente possa portare all’utilizzo di strategie di pensiero non ottimali, come la ruminazione, ma solo se l’ambiente in cui i bambini sono cresciuti non è stato in grado di promuovere lo sviluppo di strategie positive per elaborare i pensieri negativi.

Scopo e metodi di studio

In un campione di 196 famiglie partecipanti allo studio sul temperamento “Stony Brook Temperament Study”, negli Stati Uniti, abbiamo studiato l’interazione tra stili genitoriali e sensibilità nel predire sintomi internalizzanti come ruminazione e depressione.

Sulla base di risultati precedenti relativi all’impatto degli stili genitoriali sui sintomi internalizzanti dei bambini [9], abbiamo ipotizzato che la genitorialità permissiva fosse un fattore di rischio per l’emergere di sintomi internalizzanti nei bambini altamente sensibili.

Questo perchè la tendenza dei bambini sensibili a elaborare le informazioni in modo più profondo potrebbe comportare maggiori difficoltà in questi bambini quando si tratta di processare ed elaborare pensieri e sentimenti negativi laddove è mancata l’esperienza di una figura genitoriale capace di dare regole e struttura, come accade nella genitorialità permissiva.

Quando i bambini avevano 3 anni, le madri hanno fornito informazioni rispetto agli stili genitoriali, e la sensibilità dei bambini è stata osservata in un contesto di laboratorio e valutata da psicologi qualificati. A 9 anni i bambini hanno fornito informazioni sul livello in cui adottavano strategie di pensiero ruminative, e sia a 9 che a 12 anni hanno indicato i loro livelli di sintomi depressivi.

Risultati principali

La sensibilità dei bambini ha interagito con la genitorialità permissiva nella previsione della ruminazione all’età di 9 anni. La ruminazione, a sua volta, è risultata associata ai sintomi depressivi all’età di 9 anni e, in misura minore, all’età di 12 anni. Non sono emerse interazioni rilevanti per gli altri stili genitoriali.

In altre parole, i bambini altamente sensibili avevano maggiori probabilità di sviluppare una tendenza a peniseri ruminativi nella media fanciullezza quando avevano sperimentato uno stile genitoriale permissivo nella prima infanzia, e questa ruminazione era associata a maggiori sintomi depressivi.

Ciò suggerisce che la ruminazione può essere un importante fattore di rischio cognitivo per lo sviluppo di sintomi depressivi nei bambini sensibili.

Cosa significa questo e quali sono le implicazioni per genitori e figli?

La genitorialità permissiva nella prima infanzia sembra rappresentare un fattore di rischio specifico per lo sviluppo di sintomi depressivi nei bambini altamente sensibili, a causa dei livelli elevati di ruminazione nella media fanciullezza.

I bambini sensibili possono essere più a rischio di sviluppare sintomi depressivi se esposti a una genitorialità permissiva perché hanno maggiori probabilità di impegnarsi in strategie di coping ruminative rispetto ai bambini meno sensibili.

Esser genitori di bambini altamente sensibili, che hanno bisogno di più tempo quando si avvicinano a nuovi ambienti ed elaborano le informazioni più profondamente, sembra richiedere ai genitori sia la capacità di fornire supporto emotivo sia di stabilire regole adeguata all’età, che guidino e supportino il bambino di fronte a nuovi contesti e nuovi compiti di sviluppo, inclusa la sfida di affrontare pensieri ed emozioni negative.

Bibliografia

  1. Bor, W., Dean, A. J., Najman, J., & Hayatbakhsh, R. (2014). Are child and adolescent mental health problems increasing in the 21st century? A systematic review. Australian & New Zealand journal of psychiatry, 48(7), 606-616.
  2. Collishaw, S. (2015). Annual research review: secular trends in child and adolescent mental health. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 56(3), 370-393.
  3. Durbeej, N., Sörman, K., Selinus, E. N., Lundström, S., Lichtenstein, P., Hellner, C., & Halldner, L. (2019). Trends in childhood and adolescent internalizing symptoms: results from Swedish population based twin cohorts. BMC psychology, 7(1), 1-10.
  4. Ashford, J., Smit, F., Van Lier, P. A., Cuijpers, P., & Koot, H. M. (2008). Early risk indicators of internalizing problems in late childhood: a 9‐year longitudinal study. Journal of child Psychology and Psychiatry, 49(7), 774-780.
  5. Lionetti, F., Pastore, M., Moscardino, U., Nocentini, A., Pluess, K., & Pluess, M. (2019). Sensory processing sensitivity and its association with personality traits and affect: A meta-analysis. Journal of Research in Personality, 81, 138-152.
  6. Nolen-Hoeksema, S. (1991). Responses to depression and their effects on the duration of depressive episodes. Journal of abnormal psychology, 100(4), 569.
  7. Verstraeten, K., Bijttebier, P., Vasey, M. W., & Raes, F. (2011). Specificity of worry and rumination in the development of anxiety and depressive symptoms in children. British Journal of Clinical Psychology, 50(4), 364-378.
  8. Lionetti, F., Klein, D. N., Pastore, M., Aron, E. N., Aron, A., & Pluess, M. (2021). The role of environmental sensitivity in the development of rumination and depressive symptoms in childhood: a longitudinal study. European Child & Adolescent Psychiatry, 1-11.
  9. Lionetti, F., Aron, E. N., Aron, A., Klein, D. N., & Pluess, M. (2019). Observer-rated environmental sensitivity moderates children’s response to parenting quality in early childhood. Developmental psychology, 55(11), 2389.