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Come il cervello sensibile elabora il tocco

14th October 2022 - By Prof Michael Schäfer

Sull’autore/autrice

Il Prof. Schäfer è un neuroscienziato e lavora sui correlati neurali del tatto e della percezione corporea. Ha pubblicato diversi studi sulla percezione corporea, gli effetti placebo, l’empatia e le neuroscienze sociali.

Riassunto

Si presume che il cervello di individui sensibili funzioni in modo diverso. Abbiamo studiato l’attivazione cerebrale mentre i partecipanti venivano toccati da una mano. I nostri risultati hanno mostrato una maggiore attivazione della regione insulare del cervello per gli individui più sensibili.

Background teorico dello studio

Si presume che alcuni individui siano più sensibili di altri perché il loro cervello elabora le informazioni provenienti dai sensi in modo diverso. I primi risultati degli studi di imaging cerebrale sulla sensibilità all’elaborazione sensoriale (SPS) sembrano supportare questa visione per il dominio visivo.

Il nostro studio (1) mirava a testare questa ipotesi per un’altra modalità sensoriale: il tatto. Il tatto è un senso molto importante per gli esseri umani e può essere considerato come uno dei primi sensi emersi durante l’evoluzione. Inoltre, il tatto é considerato tra i primi a svilupparsi ben prima di venire al mondo.

Le persone più sensibili elaborano il tocco in modo diverso rispetto alle persone meno sensibili? In caso affermativo, in che modo? L’attuale studio (1) mirava a rispondere a queste domande scansionando il cervello di giovani partecipanti sani utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI).

Il disegno di ricerca

Lo studio ha esaminato 22 partecipanti con una fMRI. Mentre erano nello scanner cerebrale, i partecipanti sono stati toccati con la mano di uno sperimentatore piú volte. Lo sperimentatore non era noto ai partecipanti. Dopo ogni tocco, i partecipanti dovevano valutare la piacevolezza e la forza del tocco percepito.

La sensibilità all’elaborazione sensoriale è stata misurata utilizzando la versione tedesca del questionario SPS sviluppato da Aron et al. (1997). La scala è composta da 27 domande ed è ampiamente utilizzata per misurare la sensibilità.

Abbiamo quindi analizzato le attivazioni cerebrali ed esaminato se le attivazioni cerebrali legate al tocco fossero diverse per gli individui più sensibili. Per garantire che queste differenze non fossero guidate da altre dimensioni della personalità, abbiamo cercato di controllare statisticamente l’influenza di altri tratti della personalità come l’empatia e i fattori di personalità dei Big Five.

Risultati principali

È interessante notare che gli individui più sensibili non percepivano il tocco dello sperimentatore come più piacevole o più forte, ma il loro cervello mostrava diversi modelli di attivazione.

Per tutti i nostri partecipanti, il tocco della mano dello sperimentatore si è riflesso in una attivazione delle aree somatosensoriale primaria e secondaria e nelle cortecce insulari, come atteso.

Non abbiamo trovato alcuna differenza nelle cortecce somatosensoriali, ma i nostri risultati hanno dimostrato che l’attività nell’insula posteriore sinistra era più forte per gli individui più sensibili (vedi Figura 1).

Il pattern di attivazione individuato era stabile anche controllando statisticamente per empatia e nevroticismo, dimensioni della personalità che sono state spesso collegate alla sensibilità all’elaborazione sensoriale.

Che ruolo gioca la corteccia insulare nel nostro cervello?

L’insula è coinvolta ogni volta che elaboriamo stimoli emotivi, siano essi positivi o negativi. Ad esempio, l’insula risulta coinvolta quando si ricevono stimoli tattili positivi, come un tocco carezzevole (2).

Inoltre, altri studi di imaging cerebrale hanno scoperto che la sensibilità è legata all’elaborazione alterata in questa regione del cervello (3).

Cosa indica l’attivazione delle cortecce primarie e secondarie?

È interessante osservare come le cortecce primarie e secondarie non fossero collegate alla sensibilità di elaborazione sensoriale. Queste regioni del cervello riflettono esperienze tattili e l’attivazione rappresenta le nostre capacità di discriminazione tattile.

Cosa significa tutto questo?

I risultati suggeriscono che gli individui più sensibili potrebbero non essere letteralmente più sensibili (almeno nella modalità tattile). Questo è in linea con un altro studio del nostro gruppo, che ha dimostrato che le nostre capacità di discriminazione tattile non sono legate alla sensibilità di elaborazione sensoriale (ma in modo interessante alle nostre capacità empatiche) (4).

In altre parole, gli individui più sensibili non sentono meglio degli altri, ma sentono in un modo diverso.

Lo studio ha alcune limitazioni

Sebbene la dimensione del campione possa essere tipica per gli studi di imaging, è un campione piuttosto piccolo quando si esaminano i correlati neurali della personalità. Inoltre, altre dimensioni della personalità, che non abbiamo controllato, potrebbero aver influenzato i nostri risultati.

Infine, non sappiamo se i risultati sarebbero stati diversi se i partecipanti fossero stati toccati da una figura familiare e di loro gradimento piuttosto che da uno sperimentatore che non conoscevano.

Conclusioni

Concludiamo che la sensibilità all’elaborazione sensoriale potrebbe non significare semplicemente che alcuni individui hanno una maggiore acuità tattile o sentono fisicamente le cose in modo più forte di altri (o le sentono più o meno piacevoli). L’elaborazione primaria degli stimoli tattili non sembra essere alterata in individui più sensibili, ma le fasi di elaborazione successive sembrano essere influenzate. Quindi, sono piuttosto le interpretazioni e le valutazioni (o le associazioni che sentiamo con il tatto) che sembrano differire nelle persone sensibili.

Se questo si applichi a tutti i tipi di tocco (tocco accidentale, tocco da parte di animali, tocco da parte di cose non viventi, ecc.) rimane una questione aperta. Inoltre, non sappiamo se questo sia specifico per il tatto o se la sensibilità dell’elaborazione sensoriale influisca in fasi successive, più integrative dell’elaborazione mentale in tutti i nostri sensi, fasi in cui combiniamo e integriamo queste informazioni con informazioni provenienti da altri sensi e dalla nostra memoria.

Figura 1.

Risposte cerebrali quando i partecipanti sono stati toccati con la mano. Il grafico mostra le relazioni tra SPS e l’attivazione di picco delle cortecce insulari.

Bibliografia

  1. Schaefer, M., Kühnel, A., & Gärtner, M. (2022). Sensory processing sensitivity and somatosensory brain activation when feeling touch. Scientific Reports, 12, 12024.
  2. Morrison,I.,Björnsdotter,M., & Olausson,H. (2011). Vicarious responses to social touch in posterior insular cortex are tuned to pleasant caressing speeds. Journal of Neuroscience, 31, 9554–9562.
  3. Acevedo, B.P., Aron, E.N., Aron, A., Sangster, M.-D., Collins, N., & Brown, L.L. (2014). The highly sensitive brain: an fMRI study of sensory processing sensitivity and response to others’ emotions. Brain and Behavior, 4, 580-594.
  4. Schaefer, M., Kevekordes, M., Sommer, H., & Gärtner, M. (2022). Of orchids and dandelions: Empathy but not sensory processing sensitivity predicts tactile acuity. Brain Sciences, 12, 641.